Sassari «Carne e pesce? Ormai sono diventati un lusso». La parziale diminuzione dell’inflazione non sembra essere stata percepita dai cittadini, che non vedono aumentare il proprio potere d’acquisto. «Fare la spesa sta diventando sempre più difficile – racconta un giovane padre di famiglia – io ho uno stipendio normale ma devo comunque stare attento ogni volta che vado al supermercato. Il prezzo dell’olio è schizzato alle stelle, per non parlare di formaggio e affettati. Alcuni alimenti come carne e verdura a volte conviene prenderli nei negozietti piuttosto che nei discount». Si taglia su carne e pesce e si preferisce “riempire” il carrello con frutta, verdura e pasta, stando però sempre attenti alle promozioni. «Siamo diventati esperti in offerte – raccontano due anziani signori all’uscita di uno dei supermercati più grandi della città – facciamo la scorta di generi di prima necessità, per esempio di latte, tenendo conto di quando arriveranno i prossimi sconti per ogni punto vendita, così combattiamo l’inflazione e l’aumento dei prezzi».
I cittadini preferiscono girare la città in cerca del prezzo al ribasso, piuttosto che andare nel discount sotto casa. «Assolutamente – raccontano i due anziani – a differenza di prima non abbiamo un negozio preferito, spesso nella stessa giornata andiamo in tre o quattro negozi per inseguire le offerte, e prendiamo un alimento da una parte e uno dall’altra».
Un chiaro sintomo che il modo di fare la spesa è radicalmente cambiato nel tempo. Se è vero che i carrelli non si riempiono più come prima a causa dell’aumento dei prezzi, è anche vero che i clienti sono anche più attenti agli sprechi, razionalizzando gli articoli a quelle che sono le necessità nel breve periodo.
«Oltre che agli sprechi siamo molto attenti a comprare biologico – specifica una giovane studentessa proveniente dal sud Sardegna ma residente in città per gli studi –. Sappiamo che i prodotti costano di più, ma magari preferiamo tagliare in altro come in carne e pesce e comprare al mercatino verdura a chilometro zero». Nei punti vendita dell’hinterland sassarese la musica non cambia: «I prezzi che abbiamo notato aumentare di più sono, paradossalmente quelli che riguardano gli alimenti di prima necessità – spiega una madre quarantenne con figlio al seguito – .Molto spesso ci troviamo a rinunciare ad alimenti che prima davamo per scontati, come appunto l’olio che è arrivato a costare anche 9 euro a bottiglia. In più avendo dei figli la situazione è ancora più complicata, ogni volta che andiamo a fare la spesa dobbiamo fare delle scelte».
Cresce infatti l’acquisto delle sottomarche, confermata anche dai responsabili del punto vendita Conad di Monserrato a Sassari: «Ormai ci sono le sottomarche di qualsiasi prodotto, e abbiamo notato che i clienti preferiscono quelli, anche perché spesso la qualità è maggiore». I responsabili del punto vendita, che ogni settimana accoglie circa 10mila clienti, hanno ben chiaro l’andamento dei prezzi degli ultimi anni: «L’inflazione è diminuita e dunque ci sono stati segnali di ripresa, la spesa media è aumentata e sono aumentati anche i numeri dei pezzi acquistati per ogni spesa, ovviamente però, siamo ben lontani dai carrelli pieni di tanti anni fa».
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