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La guerra delle caldaie: “Rischio infrazione, stop agli incentivi” #finsubito prestito immediato


Ambiente

di Angelo Vitale





Incentivi, c’è chi dice no: con la Legge di Bilancio 2025 all’esame della Camera il governo li rinnova per le caldaie a gas ma c’è chi denuncia che in questo modo “espone l’Italia al rischio di incorrere nell’ennesima procedura di infrazione per le mancate aderenze alle norme europee (il Regolamento 2017/1369 e la Direttiva 024/1275) sul divieto di sussidi pubblici ai sistemi di riscaldamento alimentati a gas fossile”.

Con l’obiettivo di chiedere l’eliminazione degli incentivi alle caldaie e il rispetto delle leggi comunitarie, l’Arse (l’Associazione Riscaldamento senza emissioni che promuove la piccola geotermia) il Coordinamento Free (25 associazioni che puntano alle rinnovabili), Greenpeace, Kyoto Club, Legambiente e Wwf Italia indirizzano una lettera ai ministri delle Economie e delle Finanze, dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

“Al governo Meloni – spiegano le associazioni – chiediamo l’eliminazione degli incentivi per le tecnologie a fonti fossili, a partire da quelle destinate al riscaldamento degli edifici, evitando che possano ricevere incentivi di qualsiasi natura, in linea con quanto richiesto dal Regolamento e dalla Direttiva Europea, evitando così al nostro Paese una nuova possibile procedura di infrazione. Stando all’attuale formulazione dell’articolo 8 proposta dal Governo, infatti, sono diverse le misure incentivanti che potrebbero continuare a sussidiare le caldaie a gas: Ecobonus e Bonus Casa. Strumenti di incentivazione che, insieme al Superbonus, nel solo 2022, hanno erogato per caldaie a gas e altre tecnologie sussidi su una spesa totale di circa 4,2 miliardi di euro (2 miliardi provenienti dall’Ecobonus e 2,1 dal Superbonus), senza contare le centinaia di migliaia di interventi effettuati anche tramite il Bonus Casa. Per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030 e al 2050 e per affrancarsi dalla dipendenza delle fonti fossili, il governo deve puntare sulla decarbonizzazione degli edifici, spingendo sussidi e incentivi verso sistemi più efficienti e a emissioni zero come pompe di calore, solare termico, bioenergie e teleriscaldamento. Una strategia fondamentale per svincolare le famiglie dal caro bollette, contribuendo in maniera importante alla lotta contro l’emergenza climatica”.

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Con questa richiesta le associazioni ricordano che nel 2022 gli edifici hanno rappresentato circa il 44% dei consumi finali di energia a livello nazionale e il 26% delle emissioni dirette di gas serra. E l’Italia, nello stesso anno, si è posizionata al secondo posto tra i Paesi Ue per l’uso di gas naturale nel settore residenziale, che rappresentava una quota del 50% dei consumi finali del settore, circa 20 punti percentuali sopra la media europea pari al 31%. Inoltre, secondo i dati Ispra, in Italia il riscaldamento degli edifici residenziali, commerciali è responsabile, da solo, del 64% delle quantità di PM2,5, del 53% di PM10 e del 60% della CO₂ emessa nel 2018.


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