“Manca pochissimo al traguardo finale. Fratelli d’Italia e la coalizione di centrodestra guidata da Elena Ugolini sono pronte a portare avanti progetti concreti e impegni che migliorano davvero la nostra Regione nell’interesse degli emiliano romagnolo”.
Parla Stefano Spinelli, cattolico, l’unico candidato di Cesena del centrodestra al consiglio regionale nella lista di Forlì-Cesena per Fratelli d’Italia.
Qual è la sua percezione al termine della campagna elettorale sull’esito del voto?
“Mai come questa volta il territorio di Cesena e quello romagnolo possono trovare una voce in Regione. In queste settimane ho avuto la possibilità di mettere in luce quanto ancora ci sia da fare dopo più di 50 anni di governo di centrosinistra”.
Quali sono le priorità tra gli interventi che lei propone?
“Una legge che promuova in maniera concreta la natalità, rendendo strutturale il contributo economico per i nuovi nati, a vantaggio dei giovani nuclei familiari, delle famiglie numerose, monoparentali o fragili. Fino a pochi anni fa erano 16mila contro i 54.700 della Lombardia i posti nelle rsa. Occorrerebbe aumentare l’offerta dei posti in residenze convenzionate con l’ente pubblico, aumentando gli standard regionali e incentivare forme di sostegno diverse come il caregiver familiare, che dovrebbe essere potenziato”.
Le politiche messe in campo non sono sufficienti?
“Credo di no, a giudicare le lunghe file di attesa da parte delle famiglie che devono prendersi cura di un anziano o di una persona fragile”.
La sanità è stato un tema forte della campagna elettorale.
“A Cesena dopo più di un decennio siamo ancora in attesa del nuovo ospedale Bufalini, non mi pare che Michele De Pascale lo abbia inserito nel programma. Ora che il progetto strutturale è stato presentato, occorre portarlo a termine e nel frattempo chiarire quali servizi verranno preservati e soprattutto vigilare che il presidio sanitario attuale continui a garantire stessi servizi e qualità nell’erogazione di tali funzioni fondamentali per la cittadinanza, specie nella fase transitoria”
Dissesto idrogeologico e infrastrutture. Da cosa non si può prescindere?
“Gli agricoltori sono i primi custodi dell’ambiente, dal canto suo la Regione può però iniziare ad occuparsi di prevenzione e mettere in pratica quanto non è riuscita a fare in questi 50 anni. A contrasto del dissesto idrogeologico penso all’importanza del lago di Quarto, un invaso che si presta allo scopo di realizzare una cassa di espansione a mitigazione delle alluvioni, fenomeno con il quale purtroppo dovremo convivere. La Regione dovrebbe premere per realizzare il famigerato lotto zerto della Secante, mai messo a terra”.
Andrea Alessandrini
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