Pedalare per i diritti. E’ quanto
accaduto stamani a Firenze in occasione di ‘Pedale rosso’,
pedalata per i valori di uguaglianza e parità di genere nata da
un’idea di Marianella Bargilli con il supporto del campione del
mondo di ciclismo Paolo Bettini, AtCommunication, VeloEtruria
Pomarance e Tuscany Love Bike, e svoltasi per La Toscana delle
donne. Sfidando la pioggia, la manifestazione è partita da
piazzale del Re alle Cascine per arrivare poi in piazza Duomo:
tra partecipanti il presidente della Toscana Eugenio Giani, la
ciclista afghana Yuldoz Hashimi insieme ad Alessandra
Cappellotto, ex campionessa di ciclismo, adesso in pista con
l’associazione sportiva Road to Equality, e la capo di Gabinetto
Cristina Manetti.
“Dobbiamo declinare il contrasto alla violenza e ai
femminicidi – ha detto Giani alla partenza – cercando di creare
sensibilità su tutti i piani. Lo sport e l’attività motoria
aiutano a mettere al centro della nostra battaglia e del nostro
impegno il ruolo della donna, che merita di essere valorizzato
in ogni suo aspetto. In questo ambito la donna riesce sempre più
ad affermare la propria identità ed il proprio contributo alla
comunità. Quando però ci accorgiamo che in Italia, su 49
Federazioni sportive, soltanto una è presieduta da una donna,
diventa logico reclamare il proprio spazio perché in grado di
dare un contributo fondamentale. È anche grazie a questi passi
che si abbattono stereotipi e si creano le condizioni verso
l’eliminazione di soprusi e violenze”. “Il tempo non ci ha
voluto molto bene – ha detto poi Cristina Manetti – ma noi
siamo resistenti, del resto questa è una battaglia. Devo
ringraziare Paolo Bettini e Marianella Bargilli che hanno ideato
questa iniziativa alla quale partecipano due campioni mondiali
di ciclismo, oltre a Paolo anche Alessandra Cappellotto, e una
campionessa nella vita, Yuldoz Hashimi, che da qui invia il
proprio messaggio di libertà a tutte le donne nel mondo, non
soltanto in Afghanistan. Il nostro viaggio continua e prosegue,
sperando che sempre più persone possano raccoglierlo e
rilanciarlo”. “Vengo dall’Afghanistan – ha detto Yuldoz Hashimi
– un paese dove non c’è libertà per le donne”, “la cosa che
tutti voi potete fare è mostrare il nostro messaggio agli altri.
Non dobbiamo stare zitti per quello che i talebani stanno
facendo in Afghanistan”. “L’iniziativa ‘Pedale rosso’ è nata
dalla passione che ho per lo sport – le parole di Bargilli – in
particolare il ciclismo, che ho voluto far diventare un simbolo
della libertà, dell’unione, della condivisione. Sono un’attrice
e oggi, pedalando con altre persone, mi sembra proprio di
realizzare uno spettacolo dal vivo. Pedale rosso non si ferma:
questo simbolo, così come la scarpetta rossa, continuerà a
essere utilizzato per manifestare le nostre intenzioni”. Pedale
rosso è un’iniziativa nata “grazie alla mia compagna, Marianella
Bargilli”, ha poi aggiunto Bettini rivendicando invece
l’intuizione del nome: “Il rosso ricorda la lotta e anche il
sangue, purtroppo, delle violenze”.
I partecipanti alla pedalata sono poi arrivati alle 12.30 in
piazza uomo dove ad accoglierli hanno trovato ‘L’Attesa’,
installazione luminosa di Marco Lodola realizzata per la Toscana
delle donne.
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