Il primato della Francia in campo turistico? È un “falso clamoroso” secondo Gavino Maresu, esperto di turismo. Già docente di Gestione delle Imprese e degli Eventi Turistici presso l’Università degli Studi di Genova, Maresu ha svolto attività di consulenza ed elaborato progetti di marketing turistico per Enti pubblici, imprese private e prestigiosi Istituti di ricerca nazionali oltre ad essere autore di libri e saggi di politica, marketing e management del turismo.
E a proposito della news “A Firenze polemica su overtourism, ma mancano 50 milioni presenze“, pubblicata su Travelnostop.com lo scorso 11 novembre, Maresu replica: “riguardo al cosiddetto primato mondiale della Francia come destinazione turistica si tratta di un falso clamoroso che purtroppo circola da troppi anni per “merito” soprattutto di troppi giornalisti che si “fermano” al primo dato statistico che capiscono senza approfondimenti ulteriori, ignorando invece quello ben più importante e “certo” delle presenze, cioè dei pernottamenti e quindi delle giornate che i turisti trascorrono nei vari Paesi di destinazione!
Purtroppo l’UNWTO non ha ancora comunicato il dato delle giornate di presenza relative al 2023 ma solo quello degli arrivi alle frontiere, che sono (anzi: sarebbero!) stati 100 milioni in Francia, 85,17 in Spagna, 68,48 negli USA e 57,25 milioni in Italia, che quindi occuperebbe la quarta posizione a livello mondiale.
Nel 2022 invece gli arrivi in Francia sarebbero stati solo 79,4 milioni, in Spagna 71,7, negli USA 50,9, in Turchia 50,5 e in Italia 49,8: riporto questi dati perchè a oggi, non essendo stati comunicati ancora quelli relativi alle presenze/pernottamenti realizzati nel 2023, non mi consentono di dimostrare in modo chiaro la falsità del presunto primato della Francia.
Le presenze turistiche internazionali denunciate dai singoli Paesi (l’UNWTO infatti si limita a diffonderle e a fare le relative comparazioni) ribaltano però clamorosamente la classifica sugli arrivi, che nel 2022 ha visto al primo posto la Spagna con 271,4 milioni di presenze, seguita al secondo posto dall’Italia con 201,1 milioni, al terzo posto dalla Turchia con 147,2 milioni, mentre la Francia si collocherebbe solo al quarto posto con 123,9 milioni, in assenza dei dati relativi agli USA.
Va inoltre osservato che se si dovesse tenere conto dei 356,6 milioni di presenze effettive dei turisti internazionali rilevati dalla Banca d’Italia e pubblicati sul suo studio “Indagine sul Turismo Internazionale, Statistiche 18 giugno 2024”, il nostro Paese nel 2022 sarebbe stato effettivamente il Paese più visitato al mondo, con buona pace non solo della Spagna ma anche della nostra “Nazione sorella”!
Va infatti rilevato che le statistiche pubblicate dal UNWTO relative all’Italia si riferiscono soltanto alle presenze nelle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere classificate ufficialmente come tali dalle leggi ed elaborate dall’ISTAT, ma non comprendono quelle realizzate dai tre milioni di appartamenti e case-vacanza dati in affitto turistico e che invece la Banca d’Italia analizza limitatamente però ai turisti internazionali.
Inoltre l’attendibilità dei dati sugli arrivi dei turisti internazionali alle frontiere dei Paesi dell’Unione Europea è inficiata dal fatto che con l’entrata in vigore nel 1993 degli accordi di Shengen, è stato introdotto il principio della libera circolazione delle persone all’interno dei confini dell’UE senza alcun controllo alle frontiere. Ci si chiede quindi come la Francia riesca a contare i turisti europei che vi arrivano.
Un’ulteriore perplessità sorge sul presunto primato della Francia come destinazione turistica se si esaminano i dati della permanenza media, calcolata dividendo i pernottamenti per il numero di arrivi: si scopre infatti che nel 2022 ogni turista internazionale vi sarebbe restato in media soltanto 1,44 giorni, dato che la collocherebbero all’ultimo posto tra i dieci paesi più visitati al mondo, contro i 4,17 giorni della Spagna (prima), i 4,03 dell’Italia (seconda), i 4,01 della Grecia (terza) e i 3,74 giorni dell’Austria che si collocherebbe al quarto posto.
Infine un’osservazione sulla cosiddetta “destagionalizzazione”: è ora di smetterla con questa parola totalmente priva di significato, perché si assimilano le stagioni meteorologiche e delle vacanze alle stagioni dei turismi: non esistono infatti i turismi “fuori stagione” ma esistono le stagioni dei turismi! Ogni segmento/tipologia di turismo ha le sue alte, medie e basse stagioni: la vera politica economica del turismo, gentile Signora Ministra non è la destagionalizzazione ma la pianificazione delle “Stagioni dei Turismi”.
Tale politica si esplica in primis attraverso la messa a valore delle risorse e delle “materie prime dei prodotti turistici” (patrimonio naturale, ambientale, storico, culturale materiale e immateriale) in grado di motivare i turisti a visitare il nostro Paese 365 giorni all’anno non in base alle stagioni meteorologiche ma in base al grado di interesse e fruibilità efficiente di tali risorse e alla capacità di accoglienza delle comunità che ne sono proprietarie e custodi!
Purtroppo il ministero non ha alcuna competenza politica in tema di valorizzazione e gestione del Patrimonio essendo di competenza di tutti gli altri ministeri. Il Mitur può però svolgere un’azione fondamentale di “Politiche per il Turismo”, rappresentando e perorando “gli interessi e le esigenze del turismo” facendo intendere che è un settore di vitale importanza in grado di conferire valore aggiunto economico nella conservazione, valorizzazione, gestione e promozione di tali risorse fondamentali per l’esistenza e la vita del nostro Paese“.
La ricerca completa sulle statistiche è disponibile sul sito di ITP-Italian Travel Press, l’associazione di giornalisti di turismo di cui Maresu è coordinatore del Comitato Scientifico.
E’ l’Italia la regina del turismo nel mondo: i numeri parlano chiaro
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