PESARO Tassi di interesse alti e costo dei mutui elevati, rallenta il mercato immobiliare a Pesaro e in provincia. Un -14% di compravendite secondo l’ultimo Osservatorio della Fiaip Pesaro Urbino, la Federazione italiana agenti immobiliari professionali. Ma il mattone resta più che mai un investimento, soprattutto per chi ha disponibilità in banca e cerca il secondo immobile per dedicarlo agli affitti. Secondo lo studio, portato avanti con l’Università di Urbin si è passati da 4.522 abitazioni vendute nel 2022 a 3.908 nel 2023. Un trend del -14% che sta continuando anche nel 2024. Nel capoluogo di provincia, il calo delle compravendite è stato leggermente più contenuto, attestandosi intorno al -13%, con un totale di 1.077 unità abitative scambiate nell’ultimo anno rispetto alle 1.243 dell’anno precedente.
La tendenza
Sul fronte dei mutui si è registrato un calo della domanda di prestiti erogati per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie. Secondo i dati della Banca d’Italia, il valore complessivo dei mutui erogati nella provincia di Pesaro e Urbino è diminuito di circa 106 milioni di euro rispetto (-35%), mentre nel resto del Paese il calo è stato più contenuto (-28%). Complessivamente, nella nostra provincia il sistema bancario ha fornito 197 milioni di euro di prestiti. Il calo dei prestiti erogati è stato causato principalmente dall’aumento del tasso di interesse che, passando dall’1,8% al 4,4% al 2024, ha spostato verso il basso la domanda di credito, compresa quella per l’acquisto di abitazioni. Tanto che le abitazioni acquistate tramite l’ausilio di un mutuo, sul territorio passano dal 67% al 65% del totale (erano il 76% nel 2021). C’è quindi una diminuzione media dei prezzi delle abitazioni del 3,2%, risultato solo parzialmente mitigato dal dato del capoluogo di provincia (Pesaro) dove i prezzi sono invece rimasti costanti. Anzi, alla fine l’effetto Pesaro Capitale si è sentito sul fronte dei rincari soprattutto negli ultimi mesi dove si è evidenziato un leggero aumento dei prezzi. Il presidente provinciale Fiaip Tommaso Andreani sottolinea: «C’è stato un rallentamento, ma al tempo stesso sono partiti anche nuovi cantieri edili con alta attenzione alla classe energetica. Il trend è quello di cercare una abitazione con due camere da letto e un terrazzo o un piccolo scoperto, retaggio del covid. Sul nuovo i prezzi sono aumentati per via dei costi delle materie prime e questo fa sì che qualcuno opti per la seconda camera più piccola».
Bene rifugio
«In questo momento di incertezza rispetto alle notizie internazionali – prosegue – , c’è chi si rifugia nel mattone come investimento sicuro. Vediamo diversi acquisti di seconde case per investimento, cercando dunque una rendita grazie agli affitti. Si ricorre meno al mutuo, dunque si preferisce utilizzare i risparmi. Chiaramente ci sono coppie che acquistano, mentre fanno più fatica i singoli. Il mattone resta comunque un ottimo investimento». Crescono anche i tempi di vendita, nel 51% dei casi da 4 a 7 mesi, il 23% da 0 a 3 mesi, il 13% da 8 a 12 mesi. Nel 7% dei casi anche fino a 18 mesi. Nel 44% dei casi c’è uno sconto dal 10 al 20%, nel 34% meno del 10%.
Il rettore di Urbino
Per il rettore dell’Università di Urbino Giorgio Calcagnini «il settore immobiliare ha attraversato un periodo di rallentamento nel corso del 2023, riflesso di una complessa congiuntura economica e sociale. L’aumento dei costi energetici, l’incremento dei tassi di interesse e l’inflazione hanno influenzato negativamente sia la domanda che l’offerta immobiliare. Nonostante questo scenario poco dinamico, il mercato mostra segnali di una possibile stabilizzazione. Tuttavia, la situazione rimane fluida e le aspettative per il 2024 suggeriscono cautela, con una prevalenza di previsioni che fanno pensare ad una leggera stagnazione. La capacità del settore di adattarsi e rispondere a queste sfide sarà fondamentale per determinare le prospettive future del mercato immobiliare della Provincia».
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