Continuano a chiudere i piccoli alimentari sotto casa, non ce la fanno i ferramenta agli angoli delle strade, abbassano definitivamente la serranda anche i barbieri in piazza e i fiorai. In dieci anni, lancia l’allarme Confesercenti, la desertificazione commerciale ha fatto 140.000 vittime, imprese del commercio al dettaglio in sede fissa, di cui 46.500 attività di vicinato di base, come edicole, bar e distributori di carburanti. La presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, intervenendo all’Assemblea annuale della Confederazione, ha chiesto investimenti per arginare il fenomeno, perché «questa perdita di punti di accesso ai servizi essenziali ha anche l’effetto di ridurre la qualità della vita della popolazione e contribuisce a rafforzare la tendenza al declino demografico di vaste aree territoriali».
Col crollo delle nascite, le nuove aperture si sono più che dimezzate: -52% rispetto al 2014. Questo ha contribuito, ha sottolineato la presidente di Confesercenti, al forte calo dei consumi, «3,2 miliardi di euro in meno rispetto a quelli attesi secondo le stime del Governo nel Def di aprile».
Presente all’Assemblea Nazionale Confesercenti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Il mondo delle Pmi, cui è ascrivibile il 99% delle imprese, il cui fatturato giunge al 70% di quello complessivo, fornisce un grande contributo. Stiamo parlando della spina dorsale del Sistema Italia. La densità delle imprese, oggi gravata da una pesantissima denatalità, è sintomo della vitalità dei territori. Non è, o non è soltanto, un affare privato, del singolo imprenditore o investitore, ma è anche un impegno che rafforza la società».
LE PIATTAFORME
Per quanto riguarda la crescita sul territorio della presenza di aziende guidate da cittadini immigrati, il presidente della Repubblica ha sottolineato che «dal commercio giunge anche un impulso all’integrazione». Confesercenti propone l’istituzione di un Fondo per la rigenerazione urbana dove far confluire le risorse della rottamazione delle licenze, ma anche un contributo delle grandi piattaforme internazionali, che detengono il 70% circa del mercato del commercio on-line. «Anche per i giganti del web è giusto considerare un meccanismo di redistribuzione delle risorse – ha spiegato De Luise – dobbiamo avviare iniziative per la resilienza della rete di imprese di vicinato. Per chi apre nelle aree desertificate, un regime agevolato accompagnato da semplificazioni burocratiche è da ritenersi prioritario».
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