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Il factoring nel 2023 ha contribuito a sostenere le imprese con un volume d’affari di 290 miliardi di euro. Dopo un analisi degli impatti sulle imprese e la proposta di nuove sfide nel settore finanziario, si arriva a delle previsioni inique e censurabili.

Il Factoring nel 2023 è un alleato cruciale per le imprese

Il 2023 è stato un anno difficile per molte imprese, ma il factoring ha dimostrato ancora una volta di essere lo strumento chiave per la gestione del capitale circolante. Assifact, l’associazione per il factoring, ha evidenziato un turnover leggermente superiore (+0,87%) nel volume d’affari, raggiungendo la cifra di 290 miliardi di euro, corrispondenti al 15% del PIL.

Segni positivi al 31 dicembre 2023 anche per l’outstanding, ovvero i crediti in essere, che hanno raggiunto i 70 miliardi di euro, registrando un aumento del 1,17%. Per quanto riguarda gli anticipi/corrispettivi pagati, anch’essi hanno registrato una leggera crescita, arrivando a 58 miliardi di euro, con un aumento dello 0,03%.

Prestiti bancari in diminuzione a causa della rigidità dei criteri

In contrasto con il successo del factoring, i prestiti bancari alle imprese hanno continuato a diminuire nel 2023. La rigidità dei criteri di offerta, in linea con l’orientamento restrittivo della politica monetaria, ha causato una diminuzione del 4,8% registrata da Bankitalia a fine novembre.

Le imprese con meno di 20 addetti sono risultate le più colpite, con una diminuzione del 9,2%, contro il – 4,4% per le grandi imprese. La flessione, ha segnalato Bankitalia, si è acuita nel settore delle costruzioni e si è attenuata in quello dei servizi, mentre è rimasta sostanzialmente invariata nella manifattura.

Assifact: difensore chiave delle imprese

Assifact, inoltre, è scesa in campo a difesa delle imprese che rischiano di essere penalizzate dalle nuove norme sul ripianamento del disavanzo delle Regioni a statuto ordinario. Queste norme prevedono una definizione transattiva dei debiti commerciali della Pubblica Amministrazione nei confronti dei fornitori.

Particolare attenzione va alle Regioni con disavanzo pro capite superiore a 1.500 euro al 31 dicembre 2021, alle quali andrà riconosciuto un contributo annuo di 20 milioni di euro per gli anni dal 2024 al 2033.

Il factoring come fondamentale alleato finanziario

L’associazione per il factoring ha criticato le nuove norme, sottolineando un evidente squilibrio a carico dei creditori della Pubblica Amministrazione. In risposta, le regioni devono preparare un piano di rilevazione dei debiti commerciali esigibili al 31 dicembre 2023, oltre ad avvisare i creditori, i quali devono presentare istanza di ammissione al piano nel termine indicato, pena la cancellazione automatica del loro credito.

Valutato l’importo complessivo di tutti i debiti, le regioni propongono individualmente ai creditori la definizione transattiva del credito, offrendo il pagamento di una quota variabile tra il 40 e l’80%, secondo l’anzianità del credito. Questa procedura prevede quindi il blocco delle azioni esecutive, cancellazione e rinuncia ad una percentuale del credito e impignorabilità delle somme.

A tale proposito Assifact ritiene questo criterio gravemente iniquo e potenzialmente censurabile dal punto di vista della legittimità costituzionale.

 

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