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La crisi idrica in atto in provincia di Agrigento ha ormai assunto uno stato di vera e propria emergenza, a tal punto da rendere necessario un intervento concreto della protezione civile regionale. Tutto questo alla vigilia della manifestazione di protesta che si svolgerà domani, venerdì 2 agosto, nella città dei templi. Gli agrigentini, infatti, sempre più assetati, scenderanno di nuovo in piazza dopo la mobilitazione dei primi di giugno. La Protezione civile, intanto, ha messo a punto alcune indicazioni per i sindaci per la gestione e la prevenzione di situazioni di crisi e di emergenza e per l’individuazione di ulteriori risorse idriche.

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“Appare evidente – dice il dirigente generale della protezione civile Salvatore Cocina – che l’attuale carenza idrica si stia propagando nell’intera regione e stia comportando effetti crescenti. La situazione venutasi a creare, a ben vedere, si connota sempre di più come grave emergenza non più superabile dalle sole strutture competenti in via ordinaria quali i gestori dei servizi idrici, le Ati, i gestori degli invasi. Tale situazione necessita, pertanto, di attività contingibili e urgenti di protezione civile. Atteso che l’azione di protezione civile è svolta a livello locale dal sindaco che è autorità di protezione civile nonché titolare dei poteri di ordinanza. Con la nostra direttiva, però, sollecitiamo ulteriormente i sindaci al reperimento di risorse idriche, fermo restando la competenza dei medesimi nella gestione della crisi e nel monitoraggio del territorio per segnalare o prevenire ulteriori emergenze che dovessero verificarsi”.

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Cocina ha anche indicato chiaramente i comuni che più risentono della siccità: Agrigento, Enna e Caltanissetta Trapani, Palermo poiché alimentati prevalentemente dall’acqua degli invasi. “I comuni della Sicilia orientale (province di Messina, Catania, Siracusa e Ragusa) – aggiunge Cocina – sono invece alimentati da pozzi e sorgenti”.

Il vademecum per i sindaci

1. Il primo piano degli interventi di protezione civile, per 20 milioni di euro, approvato dal Dipartimento di protezione civile nazionale, prevede, finanzia e autorizza 52 interventi infrastrutturali fra revamping di pozzi, sorgenti e condotte, per manutenzione e acquisizione di autobotti ha ammesso solo interventi realizzabili in 1-6 mesi aventi certezza di reperimento dell’acqua e quindi escluso le ricerche idriche o trivellazioni di pozzi in assenza di studi comprovanti l’acqua.

Alla data del 22 luglio 2024, circa il 6 % delle opere infrastrutturali del Piano previste è stato portato

a termine o è già in corso di ultimazione; nello specifico:

– il 21,15% degli interventi è stato completato, (immessi in rete 472lt/sec, 36,24% della portata totale),

– il 42,31% è in corso (per 376lt/sec, 28,86%);

– il 7,69% (per 150 lt/sec, 11,52%) è in fase di completamento di procedura di affidamento;

– il 23,08% (per 274,5lt/sec, 21,08%) è in fase di approvazione.

Il Dipartimento regionale della protezione civile ha, già da mesi, finanziato circa 140 interventi non infrastrutturali (tipo a) di riparazione di autobotti comunali e di acquisizione di ulteriori usate e nuove per circa 3,4 milioni di euro a valere su proprie risorse e su altre regionali e statali. È stata data priorità all’acquisto di autobotti usate ma in pronta consegna in quanto tutti i comuni hanno registrato indisponibilità in tempi brevi di mezzi nuovi, fermo restando i servizi di autobotte già in corso a cura dei gestori dei servizi idrici, soprattutto nelle provincie di Caltanissetta, Enna e Agrigento.

2. Indicazioni per ulteriori interventi a valere su fondi regionali.

La regione ha stanziato ulteriori risorse per 28,6 milioni di euro oltre agli stanziamenti per gli interventi in favore della agricoltura e della zootecnia. La programmazione degli interventi su tali risorse regionali è in corso e consente di individuare e realizzare ulteriori interventi di mitigazione dell’emergenza in relazione alle aree di maggiore criticità individuate sulla base dei dati disponibili relativi alla carenza idrica. Occorre però evidenziare che molte proposte pervenute dalle Ati e dai Comuni, specie quelle non formulate col supporto dei gestori dei servizi idrici, non sono risultate esaustive e pertinenti con le finalità dell’azione di protezione civile A titolo esemplificativo, si citano interventi di importi di milioni di euro con tempi non compatibili con l’emergenza, costosi e lunghi rifacimento reti di distribuzione interna, rifacimenti di serbatoi, interventi di ottimizzazione delle reti, di telecontrollo.

Inoltre diversi interventi relativi a quasi tutte le provincee non sono stati corredati delle informazioni necessarie sullo stato di crisi idrica per la valutazione degli stessi e per l’individuazione delle priorità d’intervento in relazione alle risorse disponibili.

Va inoltre evidenziato che l’evoluzione della situazione richiede un costante aggiornamento delle proposte.

Si precisa infine che nel caso di interventi non di competenza dell’ATI ma di possibile rilevanza di protezione civile, quali ad esempio, revamping di bevai, cisterne di accumulo di acqua per gli animali, ove di modesto importo, questi possono essere imputati agli stanziamenti regionali e finanziati dal Dipartimento regionale della protezione civile.

2.1. Priorità di finanziamento e di intervento – criteri.

Gli interventi ammissibili sono, di norma, volti al ripristino della funzionalità del servizio idrico e cioè, nella fattispecie, finalizzati a mitigare l’emergenza idropotabile in corso e di scenario e pertanto realizzabili nel pi breve tempo possibile e comunque efficaci a garantire un beneficio entro il corrente anno 2024.

A titolo esemplificativo gli interventi ammissibili a finanziamento sono quelli di riuso, efficientamento, revamping di pozzi e di sorgenti, realizzazione di pozzi gemelli, rifacimento o potenziamento di pompe e impianti sollevamento, rifacimento, efficientamento o bypass di condotte con notevoli perdite il cui recupero è tale da equivalere in termini di costi-benefici a una risorsa idrica, realizzazione di nuovi pozzi o di opere di presa da sorgenti e fluenze a condizione che sussistano studi e ricerche idrogeologiche che evidenzino l’effettiva e congrua disponibilità di risorse.

Presupposto legittimante, si ribadisce, è lo stato di emergenza idropotabile della popolazione colpita e ciò può essere acclarata con alcuni parametri oggettivi quali i dati mensili del 2023 e 2024 dei quantitativi di acqua, in lt/sec, immessa in rete; le interruzioni del servizio nella giornata (ore di interruzione nella giornata); le turnazioni; il ricorso all’approvvigionamento con autobotti specificando anche di massima i viaggi e il numero; lo scenario dei prossimi mesi fino a tutto il 2024 e al primo trimestre 2025 in dipendenza delle fonti di approvvigionamento. Tali dati devono essere riferiti al Comune, se omogenei per l’intero territorio, ovvero per le zone omogenee (non essendo significativo oltre che scorretto dichiarare, ad esempio, turnazione ogni 7 giorni per il Comune quando in realtà tale misura è in realtà applicata solo ad alcuni quartieri).

2.2. Modalità operative.

Si conferma che le Ati, quali organi di governo e di regolazione del servizio idrico integrato e competenti in via ordinaria, devono raccogliere e valutare le proposte formulate dai comuni e dai gestori ovvero proporre gli interventi anche avvalendosi delle competenze del gestore di fatto. Le Ati devono interpellare e compulsare, oltre che gestori e Comuni, anche i Consorzi di bonifica per il reperimento di nuovi pozzi e per gli interventi per l’approvvigionamento potabile con acquedotti rurali consortili.

Le Ati devono trasmettere, organizzati secondo priorità assegnate sulla base della gravità della crisi, quelli ritenuti ammissibili, ai fini della successiva valutazione della Cabina di regia regionale. Per quanto sopra, le Ati con il supporto dei gestori (ove presenti) e dei Comuni individuano e propongono a quest’ufficio gli interventi rispondenti ai requisiti sopra indicati, urgenti e realizzabili entro breve periodo, diretti a mitigare situazioni di emergenza idropotabile. Al fine di indirizzare e garantire le limitate risorse disponibili, sia tecniche sia economiche, alle situazioni di reale e di maggiore emergenza, nelle proposte di finanziamento devono descriversi e dichiararsi l’entità della crisi, attraverso parametri oggettivi indicatori del grado di emergenza. Per quanto sopra è stato richiesto di trasmettere le proposte con allegate schede informative.

Le proposte d’intervento dovranno essere corredate delle seguenti informazioni:

  1. scenario dell’approvvigionamento per i prossimi mesi, definito dai dati mensili dei volumi d’acqua immessi in rete nel 2023, di quelli immessi fino a luglio 2024 e della previsione di quelli da immettere nei restanti mesi del 2024 e ove possibile del primo trimestre 2025. I dati vanno distinti per centro urbano eventualmente articolato in zone omogenee di distribuzione e per ciascuna frazione.
  2. Dati relativi a interruzioni o turnazioni (ore giorno di distribuzione, giorni su settimana) anch’essi distinti per centro urbano, eventualmente articolato in zone omogenee di distribuzione, e per ciascuna frazione. Occorre indicare il ricorso ad autobotti specificando il numero di viaggi le zone e l’entità della popolazione interessata.
  3. Griglia di valutazione dello stesso secondo il format ulteriormente aggiornato e semplificato.
  4. Scheda identificativa e descrittiva dell’intervento. I dati oggettivi di cui sopra, basati sulla riduzione percentuale dell’immesso in rete e sulla severità delle turnazioni, sui tempi e sui costi, sono determinanti ai fine della valutazione delle priorità di finanziamento e di intervento.

2.3 Interventi di assistenza alla popolazione.  Autobotti.

Per quanto riguarda le autobotti di assistenza e soccorso alla popolazione colpita si ricorda che questo Dipartimento ha già svolto diverse ricognizioni, sollecitato i Comuni e finanziato 140 interventi, circa, di riparazione di autobotti comunali e di acquisizione di ulteriori usate e nuove per circa 3,4 milioni di euro a valere su proprie risorse e su altre regionali e statali. di acquisto di usato in pronta consegna.

È stata data priorità, nell’ambito delle risorse all’epoca disponibili e agli scenari, all’acquisto di autobotti in consegna in tempi brevi e comunque entro agosto/settembre e sono state pertanto reperite autobotti usate in quanto tutti i comuni hanno registrato indisponibilità in tempi brevi di mezzi nuovi.

Poiché si stanno esaurendo le autobotti in pronta consegna usate, vista le disponibilità finanziaria e scenari che si protraggono più in avanti nel tempo, esaurite tutte le richieste per mezzi in pronta consegna, si procede al finanziamento per autobotti nuove ove i comuni richiedenti e i fornitori assicurino tempi di consegna e di messa in esercizio compatibili con quelli dell’emergenza in corso.

Il servizio con autobotti a cura dei comuni è da intendersi come attività di protezione civile e servizio aggiuntivo a quello operato, come servizio sostitutivo di acquedotto, dai gestori dei servizi idrici che lo svolgono ricorrendo anche a soggetti terzi, soprattutto nelle provincie di Caltanissetta, Enna e Agrigento.

“Fra i possibili interventi, quelli sostitutivi di acquedotto come le autobotti – conclude Cocina – non sono certamente idonei a risolvere l’emergenza ma appaiono utili a mitigare crisi locali causate da mancanza di acqua in abitazioni, strutture sanitarie, centri di dialisi, strutture ricettive e b&b, panifici e centri di preparazione alimenti, in allevamenti di animali ed evitano conflitti e gravi conseguenze sul piano della tenuta sociale e dell’ordine pubblico.

I sindaci sono chiamati ad invitare i cittadini al risparmio idrico e ad adottare misure per l’aumento della resilienza della popolazione all’emergenza idrica, fra cui in particolare quelle volte alla verifica di efficienza dei serbatoi, al ripristino e al potenziamento degli stessi affinché gli utenti possano affrontare con minore difficoltà la crisi in atto e dispongano di tutte le informazioni utili per fronteggiarla.

Dal canto loro i cittadini, specie se titolari di attività economiche, sono chiamati a fare il possibile per mitigare le condizioni di crisi in cui dovessero trovarsi e avvertire, con immediatezza, il comune di eventuali peggioramenti e situazioni non fronteggiabili.

Devono essere preventivamente valutate e rappresentate tutte le situazioni di crisi o su difficoltà di approvvigionamento idrico, al fine di evitare aggravamenti improvvisi che possono cogliere impreparati e difficili da mitigare. Pertanto, al fine di avere un costante aggiornamento della situazione emergenziale e predisporre per tempo interventi di mitigazione, le informazioni sull’acqua immessa in rete e sulle turnazioni

dovranno essere compilate e aggiornate con cadenza mensile. Ciò premesso, visto lo stato di emergenza nazionale dichiarato il 6 maggio, l’emergenza in corso e il suo possibile aggravamento, specialmente ove già siano presenti situazioni di crisi anche storicizzate e specifici problemi di approvvigionamento idrico, si invitano i sindaci ad attivare ogni possibile efficace azione di protezione civile e, in particolare, quanto segue.

  1. Emanare le ordinanze contingibili e urgenti e i provvedimenti finalizzati al risparmio idrico e ad assicurare l’acqua per i primari fabbisogni potabili della popolazione e degli animali di allevamento, vietandone l’uso per l’irrigazione di orti e giardini, per il lavaggio di strade, di piazzali e di veicoli. 
  2. Attivare, anche temporaneamente ed in configurazione ridotta e limitata alle sole funzioni di supporto essenziali, il Centro operativo comunale, Coc, per la gestione dell’emergenza idrica al fine di assicurare una rapida e coordinata attività di assistenza alla popolazione individuando il responsabile e un numero di contatto per la popolazione. I Coc dovranno mantenere costante collegamento, come di rito, con SORIS del DRPC Sicilia, Prefettura, città metropolitana o Libero consorzio, Ati, gestori, Consorzio di bonifica, tavoli tecnici provinciali presso il Genio civile, servizi provinciali del DRPC e altre strutture in indirizzo.
  3. Curare la corretta informazione alla popolazione, diffondendo un numero di contatto attivo per ricevere le istanze e le segnalazioni dei cittadini.
  4. Allertare o attivare tutte le locali associazioni di volontariato, strutture operative di protezione civile, per l’assistenza alla popolazione compreso il rifornimento idrico con autobotti. Le associazioni di volontariato iscritte nell’Elenco regionale del dipartimento della protezione civile potranno ottenere i rimborsi per carburanti e buoni pasto se preventivamente richiesti.
  5. Attivare ed efficientare tutte le risorse comunali quali le autobotti e i moduli Aib e reperirne ulteriori ove necessarie. Individuare tutte le autobotti di altri Comuni ed altri enti (Corpo Forestale, ex Province, volontariato) da attivare in casi di ulteriori emergenze.
  6. Identificare ed efficientare, ovvero realizzare, ove carenti, i punti di approvvigiona mento idrici per rifornire le autobotti che dovessero intervenire, compresi i mezzi Aib del corpo forestale regionale, dei vigili del  e dei volontari di protezione civile.
  7. Assicurare (o verificare che sia assicurato dal gestore ove diverso dal comune) l’approvvigionamento idrico prioritario a strutture sanitarie e di dialisi in particolare, attività di produzione di alimenti, strutture ricettive.
  8. Monitorare e, ove possibile, prevenire le situazioni di crisi locale, sia per la popolazione sia per la zootecnia. Tali situazioni, qualora non possano essere fronteggiate con strumenti ordinari dovranno essere gestite, come assistenza e soccorso alla popolazione, con le modalità di protezione civile.
  9. Ricercare nuove risorse idriche di rapido utilizzo al fine di mitigare l’emergenza e segnalarle a Ati, gestori, Genio civile. Le attività per reperire nuove risorse idriche, tramite il revamping, riuso, potenziamento delle esistenti dovranno essere comunque realizzate in coordinamento con Ati e con il Gestore d’ambito o altro soggetto gestore locale con i Consorzi di bonifica e con gli altri enti competenti.



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