20 Novembre 2024
Lo avevamo detto già da questa sede a maggio del 2021 e l’abbiamo ripetuto con forza a settembre, gridandolo alle Istituzioni Mediche di intervenire con autorevolezza sul problema delle morti ed infortuni sul lavoro, ma a tutt’oggi il loro continuo aumento, sta riempiendo le cronache quotidiane, in particolare per il numero dei morti. “FACTA NON VERBA”, tuonava nel medioevo il filosofo e teologo franco Pietro Abelardo, mettendo in primo piano le azioni rispetto alle parole. Ed è quello che noi indegnamente vogliamo proporre a chi ha in mano la responsabilità dirigenziale della classe medica nazionale. D’altronde non è difficile accorgersi che la frequenza di questi eventi mortali e non, in ambito lavorativo, non è altro che il risultato di una carente informazione – formazione, non data a misura d‘uomo, circa la cultura del sapersi gestire, evitando di farsi male, quando si sta a lavoro: pensiamo soprattutto all’uso di macchinari pesanti o anche il semplice avere prudenza, pur facendo un tipo di lavoro sedentario ed in assenza di attrezzi a dir poco pericolosi. Così come saper gestire la propria salute, comunicando al responsabile della sicurezza – meglio se fosse un sanitario, come abbiamo sempre consigliato! – che si è portatori di patologie croniche, bisognevoli di tutela farmacologica, quali il diabete, l’ipertensione, l’epilessia e tante altre… così da intervenire con sicurezza nella circostanza in cui l’individuo dovesse incappare in un episodio acuto, relativo alla patologia di cui risulta portatore, e quindi evitare possibili complicanze.
Per questo il nostro appello è rivolto a chi ricopre incarichi dirigenziali in ambito sanitario, dal momento che il Decreto lgs. 81/2008 sulla Salute e Sicurezza negli ambienti di lavoro prevede Corsi di Formazione rivolti ad ogni tipo di dipendente, essendo i due obiettivi principali la Salute e la Sicurezza. Ma come mai questi due temi non fanno parte del patrimonio culturale – professionale della competenza del medico? Chi, se non un medico, può erogare Corsi di Formazione così come contemplato dal Decreto citato?
Ecco allora la soluzione, forse l’unica e la vera, in campo di prevenzione degli infortuni sul lavoro: affidare ai medici il compito di erogare informazione e formazione in tutti i settori delle attività dell’uomo, così da rendere edotti ogni tipo di dipendenti e per tutti i tipi di lavoro, sui rischi connessi alle loro attività, onde prevenirli. Il Decreto lo prevede espressamente nel Programma Didattico di 1° Soccorso Aziendale al punto 4 del “Modulo A”: Conoscere i rischi specifici della attività svolta, onde evitarli per non soccombere. Per altro questi rischi sono ben messi in evidenza in una tabella allegata, tabella che dovrebbe essere ben esposta nei luoghi di lavoro, e qui sotto riportata:
Raramente si vede esposta fuori e dentro il posto di lavoro. E non ci stancheremo mai di ripetere che la prevenzione sul fronte degli infortuni sul lavoro sta proprio nel fatto di informare tutti i lavoratori su come ci si deve comportare in ogni ambiente di lavoro: è ciò che prevede da tempo una normativa europea sulla “CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE, emessa nel 2006 dal Parlamento Europeo e dal Consiglio d’Europa che stabilisce che tutti i Paesi dell’Unione, pur con modalità e strategie diverse, assumano le competenze come punto di riferimento per valutare e certificare i profili di professionalità e per organizzare i curricoli dei sistemi scolastici e formativi dei dipendenti. Nella definizione dell’EQF (European Qualifications Framework – Quadro Europeo delle Qualifiche e dei Titoli), le Competenze indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale.
In ultima analisi la Certificazione delle Competenze è un sistema finalizzato alla valorizzazione e al riconoscimento delle capacità e delle conoscenze acquisite dalla persona nel corso della sua esperienza lavorativa, formativa e di vita attraverso un percorso di ricostruzione e valutazione di tali esperienze. Insomma per essere più chiari i Corsi di Formazione concorrono alla maturazione professionale del dipendente e ad impedire che il personale, per via di un mancato percorso formativo, si “avventuri” in ogni ambito della professione, non essendone particolarmente preparato; per fare un esempio, è come se oggi, laureatomi in medicina, vada domani in Sala Operatoria per eseguire una Appendicectomia, senza aver fatto un relativo percorso formativo. Questo dovrebbe essere il tema delle grida e delle proposte concrete – e non solo flatus vocis! – dei rappresentanti dei lavoratori.
Si organizzino Corsi sulla Sicurezza e Salute dei dipendenti per aggiornarli sul modo di stare sul lavoro, per conoscerne i rischi ed i pericoli, insiti nel lavoro stesso e nei mezzi usati per la produzione di ogni cosa, per la loro incolumità e salute; quindi sia preteso che i lavoratori, nel momento dell’assunzione, abbiano le conoscenze corrette in merito a questo tema. Si prevedano poi delle figure per la seria sorveglianza, su quanto vengano rispettate queste norme, e come spesso abbiamo detto, si prevedano per legge dei punti sanitari nelle aziende che hanno maggiori rischi di infortuni.
DR. Gian Piero Sbaraglia
medico chirurgo
Spec. In Otorinolaringoiatria
già Primario Otorinolaringoiatra,
C.T.U. del Tribunale Civ. e Pen. di Roma
Direttore Sanitario e Scientifico Centro di Formazione
BLSD-PBLSD – Accreditato ARES 118-Lazio e IRC-Misericordia di Roma Centro – ROMA.
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